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News

31.03.2023

Think Tank FederUnacoma 2023

Si è svolto  il 30 marzo a Torgiano (PG) l’annuale incontro/confronto di FederUnacoma con le aziende associate  sui  temi attuali di interesse per il comparto - Think Tank - che quest’anno è dato dedicato  a  “Made in Italy, un “valore aggiunto” per l’agromeccanica".
L’evento è stato articolato in una sezione mattutina, pubblica, e una pomeridiana, privata.
La Sessione Plenaria del mattino (registrazione video disponibile online) è stata avviata dal saluto del Presidente FederUnacoma, Alessandro Malavolti, che nella sua introduzione e durante i lavori, che ha coordinato, ha sottolineato come la qualità e la tradizione della meccanica agricola italiana sono da sempre una leva fondamentale per il successo sui mercati esteri, ma è necessario un ulteriore salto di qualità. Le macchine realizzate dalle nostre imprese debbono essere percepite come prodotti classici del “Made in Italy”, al pari dell’automotive di alta gamma, della moda, dell’agroalimentare, non soltanto sui mercati tradizionali dell’Europa o degli Stati uniti, ma anche su quelli emergenti dell’Asia, dell’America Latina e dell’Africa.

A seguire l’intervento del Presidente dell’Agenzia ICE, Matteo Zoppas, che ha detto che la  promozione del settore agromeccanico sui mercati globali può contare sul supporto dell’Agenzia che  ha ampliato il raggio d’azione con le sue nuove linee guida e con i suoi 78 uffici dislocati in ogni continente e organizzati proprio per operare in stretta sinergia con le organizzazioni dei produttori. Nei prossimi anni   la regione nordafricana e quella balcanica saranno alcune delle aree di intervento prioritarie per la promozione delle macchine agricole italiane.

Emanuele Di Faustino di Nomisma ha  illustrato i dati dell’export di  settore che lo  scorso anno ha raggiunto i 6,5 miliardi euro (+3,6% sul 2021), e che  deve fronteggiare la concorrenza sempre più agguerrita dei Paesi asiatici, che sfruttano soprattutto la leva del prezzo. Nel comparto agromeccanico  il Made in Italy non viene sufficientemente percepito come un valore aggiunto, a differenza di quanto accade invece per le tradizionali eccellenze italiane. I dati relativi alle esportazioni degli ultimi dieci   indicano infatti, una crescita del  38% a fronte di una crescita molto maggiore degli altri settori del made in Italy (+66%).

Dario Fabbri, geopolitico direttore della rivista Domino, ha parlato di come le strategie di promozione dell’industria italiana  debbano tenere conto di tutte le variabili geopolitiche che condizionano il mercato, facendo  leva sul ruolo strategico che la meccanica agricola è chiamata a svolgere in questo momento storico, visto che l’agricoltura è diventata settore di punta per tutti i sistemi economici più importanti.

Il Ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso è intervenuto in collegamento rimarcando la  necessità di sostenere e incentivare l’innovazione tecnologica delle industrie italiane, per far fronte alla concorrenza dei Paesi emergenti. A tal fine, l’esecutivo è impegnato in una razionalizzazione e in una semplificazione del sistema di incentivazione pubblica che   per essere ancora più efficaci devono prevedere procedure snelle e di facile accesso per le imprese.
 
Nel pomeriggio le aziende associate presenti si sono confrontate, a porte chiuse, in diversi  tavoli di lavoro dedicati a “Il valore del Made in Italy nel marketing dell’agromeccanica. La conoscenza e la valutazione del prodotto italiano sui mercati nazionali ed esteri”;   “La qualità globale, una sfida per l’industria italiana. Design, affidabilità e servizi: gli standard richiesti sui principali mercati”; “La sostenibilità sociale e ambientale, un requisito della “qualità italiana”. Le risorse umane e le risorse naturali nella valorizzazione del prodotto” (documentazione  nell'area riservata). 


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